RIPPLE

Una parete in marmo a tridimensionalità digitale

progetto:

Raffaello Galiotto

 

produzione

Margraf spa

materiale

Fior di Pesco Carnico

2020

“Questo progetto è interessante perché è innovativo e allo stesso tempo profondamente classico.  Esplicita e riassume alcuni concetti che ho sviluppato nel passato attraverso diverse opere sperimentali con il marmo: la riduzione dello scarto attraverso lavorazioni di separazione piuttosto che di asportazione, la progettazione computerizzata e la lavorazione a controllo numerico. E lo è perché è pensato e disegnato al computer sottendendo una regola numerica, un ordine, una logica proporzionale, forse paradossalmente più vicina a Palladio che a Frank Gehry. Fortunatamente oggi disponiamo di strumenti di calcolo molto più potenti del passato che ci permettono di andare oltre le abitudini e i metodi tradizionali, senza però tradirne lo spirito che ricercava idealmente la bellezza e la proporzionalità come sublime scopo del fare”

 
 

Ad un anno dalla realizzazione di Arcolitico – l’imponente ed iconico arco monumentale in marmo, di 14,5 metri di altezza – si rinnova la collaborazione con Margraf per la realizzazione di questa seconda opera sfida nella sua sede logistica a Gambellara (VI).
Ripple è un imponente propileo lapideo di forte tridimensionalità, di 600 metri quadrati, in marmo Fior di Pesco Carnico. Un’opera innovativa che increspa la bidimensionalità della superficie litica architettonica. Le sue pieghe irrompono nella superficie planare come un sasso nello stagno, e la sua pelle ondulata, colpita dalla luce, dà vita a infinite e morbide variazioni tonali, raccolte e riflesse dal marmo modellato minuziosamente da macchine automatiche computerizzate.

L’opera si propone come una sorta di manifesto rilanciando la tridimensionalità litica in architettura attraverso un’innovativa metodologia di taglio a filo sagomatore. Un processo separativo che, a differenza della tradizionale lavorazione per asportazione a frantumazione della materia in eccesso, divide chirurgicamente il blocco di marmo in parti, che poi si ricompongono in continuità dando vita a una nuova forma, modellata, sinuosa.

La complessa attività progettuale prodotta con l’ausilio di software parametrici consente l’ottimizzazione della materia, dei tagli e dei tempi di lavorazione, producendo sequenzialmente tutti gli elementi litici necessari, come i petali di un bocciolo di rosa che si sfogliano uno ad uno pronti per la ricomposizione a rivestimento della parete architettonica.
 
Tecnicamente il rivestimento lapideo ondulato di facciata è composto da 350 elementi suddivisi in 35 file verticali ciascuna costituita da 10 elementi, differenti. A questi elementi si aggiungono quelli curvi ai fianchi del muro e altre 300 marmette piane sul lato interno. Il muro è infatti rivestito completamente per una superficie totale di 600mq di marmo. Le pieghe sul lato esterno, via via si increspano verso il centro per riappiattirsi sul bordo raggiungendo una tridimensionalità di 70 cm, 35 cm di bombatura convessa (file pari) e 35 cm di bombatura concava (file dispari). Ogni fila è costituita da 10 elementi ed è realizzata da un medesimo blocchetto di marmo mediante un taglio consecutivo e sagomato prodotto con filo diamantato. Lo scarto di marmo è perciò minimo e deriva dalla contornatura del singolo blocchetto, mentre i tagli consecutivi consentono contemporaneamente la lavorazione del lato esterno ed interno di ciascun elemento. I 10 elementi di ogni fila verticale essendo prodotti da un singolo blocchetto sono caratterizzati da una particolare e unica venatura e colorazione, che una volta ricomposti in verticale formano una texture, interessante e progressiva.
 
Alla complessità della composizione vanno aggiunte le problematiche relative alla gestione degli spessori che non possono variare eccessivamente, pertanto la forma tridimensionale delle pieghe non è casuale ma è il risultato di un lungo lavoro di aggiustamento tra il massimo effetto estetico, il minimo scarto, la costanza di spessore, le esigenze di fissaggio meccanico alla struttura metallica e le problematiche di taglio con i limiti della macchina. La parete è inoltre dotata di un’apertura, una porta inclinata in andamento con le pieghe, che permette l’attraversamento del muro e l’accesso ai locali dello stabile.